Ecco, la bestemmia che sorge dal cuore e si innalza in cielo.

Bestemmia!

Se volevi smettere di bestemmiare, ti spiego perché non lo farai. Ma: se non volevi smettere di bestemmiare, ti spiego perché lo farai.

Adri Allora
3 min readJan 17, 2022

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Io non bestemmio, per abitudine, ma non ho niente in contrario con le bestemmie, anzi, più ci penso e più, in ottica religiosa, mi sembrano un atto di devozione.

Questi non hanno capito che bestemmiare non è un atto di blasfemia, ma ora spiegherò perché.

Sì, hai letto bene: esistono fondate ragioni per sostenere che la bestemmia è un atto di devozione.

E queste ragioni sono tre:

  1. quando ad esempio esclami “porco Dio!” riconosci implicitamente che quel che è accaduto è Sua responsabilità (il che è vero: essendo Lǝi onnipotente, tutto quello che accade poteva essere evitato dal Suo volere oppure è causato dal Suo volere), un po’ come quando esclami “grazie a Dio!”, ma con un altro spirito. La cosa importante, però, è che riconosci la Sua potenza;
  2. non solo: poiché un dio che si offendesse o ci stesse male per le tue bestemmie sarebbe veramente un dio da quattro soldi (stiamo parlando di una creatura eterna, onniscente, onnipotente e perfetta insultata da unǝ mortale, ignorante, con una limitata possibilità di incidere sui destini del mondo e… vabbé, devo anche aggiungere imperfettǝ?), bestemmiando riconosci anche la Sua grandezza rispetto a te, implicitamente stai dicendo che attacchi Lǝi perché ha le spalle così larghe che qualsiasi cosa tu possa dire non causerai alcun danno. Tu lo sai, dio lo sa, non può che essere tutto ok. Ma non è finita…
  3. poiché prendersela con qualcuna delle Sue creature potrebbe invece davvero ferirla, anche solo per il tono che hai usato e soprattutto se questa creatura è meno forte o autorevole di te, bestemmiando dimostri di avere a cuore la Sua creazione. Come qualcuno che avendo dentro una gran rabbia corre in un posto isolato per urlare invece di urlare contro le persone che gli stanno intorno. È una cosa molto bella: io sono sempre molto contento quando faccio qualcosa e vedo che gli altri e le altre ne hanno cura.

In sostanza quando bestemmi dio dichiari il suo potere, la tua impotenza e, dovendo sfogare della rabbia, lo fai contro chi non patirà, evitando di farlo contro chi potrebbe patirne.

Tra l’altro, l’art. 724 del codice penale associa bestemmie e manifestazioni oltraggiose contro i defunti… sarà la questione su Dio che sarebbe morto?

Mi hanno fatto presente che scrivere una bestemmia potrebbe essere illegale (anche se un decreto legislativo del 1999 depenalizza la sanzione). Attenzione, però, perché questa è una distinzione sostanziale in linguistica: quando qualche capoverso più su ho trascritto una bestemmia, non ho bestemmiato ma soltanto menzionato una bestemmia. La differenza potrebbe apparire un diabolico sofisma, ma l’intenzione che soggiace all’atto comunicativo è completamente diversa, come quando si cita una parola (“domani è un avverbio di tempo”) invece di usarla (“domani vado al cinema”).

Piuttosto, se segui il mio ragionamento, evitando di bestemmiare sto evitando di celebrare dio e non è forse questa, per i credenti, la vera bestemmia? Ma se è così, allora bestemmio non bestemmiando e non bestemmiando bestemmio.

Vorrei chiudere con una bestemmia ma… ah, l’ho appena fatto!

O no?

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Adri Allora

Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.