Bislacco
È la parola che sceglierei se dovessi definire questo periodo con una parola soltanto.
Non nel senso che davo a questa parola da adolescente, cioè imprevedibile-e-divertente come uno strano saltimbanco stralunato ma intrigante e colorato. È più qualcosa tipo un animale che non riesci a ricondurre a nessuna specie che conosci, che ti guarda e poi se ne va.
È un periodo di enigmatiche contrapposizioni.
Per esempio.
Dopo aver scritto tantissima narrativa speculativa per molto tempo, e poi aver scritto in poco tempo tantissimo per lavoro, e poi aver scritto intensamente a fine terapeutico, adesso non riesco più a scrivere. Nulla. Non che non ci riesca: se avessi bisogno di scrivere, so che ci riuscirei, è che non ho proprio voglia. In altri periodi questa “svogliatezza” mi avrebbe gettatǝ nel panico (letteralmente, è successo), adesso non sto male. Ma mi sento come se mi avessero rubato qualcosa che non so definire.
A vivere da solǝ sto imparando tante cose, alcune viste con oggettività sono un po’ tristi (tipo ho imparato ad accendere la radio o chiedere ad Alexa di sentire musica ogni volta che torno a casa perché il silenzio mi infastidisce), altre rappresentano invece splendide opportunità (domenica con le ragazze ho provato a preparare la mia prima pizza!) e non mi sento solǝ o triste. Ma se mi domando come reagirei all’occasione di una nuova relazione o di qualcosa di più breve e fisico, non ho idea di quale sarebbe la mia reazione. È abbastanza spiazzante, a pensarci bene.
Sto rileggendo l’illuminante testo di Bloom (“Caratteristiche umane e apprendimento scolastico”) e so che in altri momenti della mia vita l’avrei trovato esaltante, come quando scrive
La teoria comunque assicura che, in qualunque tempo e in qualunque luogo, le scuole potranno offrire il meglio dell’educazione praticamente a tutti i loro studenti, se decideranno di farlo.
(siamo solo a p. 39, ma già ha tratteggiato un metodo che è il metodo nel quale mi riconosco). Ma adesso quello slancio non riesco a farlo mio: lo vedo sfilare e proseguire oltre.
Che ne dici? Vecchiezza? Stanchezza? O forse sto soltanto aspettando qualcosa di nuovo?