Parco naturale Neckertal (Svizzera) ~ Foto by Leiju (reperibile su wikipedia, CC BY-SA 3.0)

E-learning, 16 marzo 2020

Adri Allora
3 min readApr 16, 2020

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Nell’ultimo post sull’e-learning abbiamo menzionato quattro domande, la prima delle quali è: cosa posso e voglio ottenere (con l’e-learning)?
Questa domanda ha due possibili formulazioni:
1. a quali vantaggi miro sfruttando l’e-elarning?
2. quali obiettivi didattici voglio conseguire?

I vantaggi perseguiti sono stati per noi essenziali, perché essendo una realtà profit lo strumento grazie al quale possiamo continuare a fare quello che facciamo è vendere, e quello che vendiamo non sono i software o le licenze dei software, ma i vantaggi che i nostri utenti ottengono attraverso i software.
Dal nostro punto di vista i vantaggi di un software didattico sono sostanzialmente di due tipi: sostituzione o potenziamento del docente; detto in altri termini: il software deve sostituire la o il docente in alcune funzioni e/o deve renderlo più efficace o efficiente, in generale o a fronte di difficoltà specifiche. Il criterio con cui possiamo distinguere i due vantaggi è la presenza del o della docente: somministrare lezioni e compiti in assenza — per distanza temporale o spaziale — è evidentemente un potenziamento (è ancora il o la docente che prepara i contenuti); correggere i compiti è altrettanto evidentemente una sostituzione: il software fa in autonomia una parte del lavoro.

A noi ha sempre interessato di più la sostituzione, perché si tratta dei vantaggi più stimolanti da progettare.
Facciamo qualche esempio di sostituzione:
- somministrare esercizi fino a quando servono (è un metodo adattivo che applicano Alatin e Itaca);
- riformulare le domande se il discente sbaglia (è un altro metodo adattivo che applicano i tutor di Cloudschooling come Eugenio e Cicero);
- somministrare esercizi differenziati per ogni discente (ad esempio pescati a caso da una raccolta di esercizi; di nuovo Alatin e Itaca);
- restituire gli esercizi sbagliati più frequentemente dalla classe.

Progettare o scegliere uno strumento di e-learning significa chiedersi quindi in che modo vogliamo che lo strumento ci avvantaggi: deve permettermi di costruire degli esercizi, o deve offrirmi esercizi già costruiti?
Quanto agli obiettivi didattici, la domanda riguarda invece i discenti: ci interessa farli esercitare? Rinforzo o recupero? Oppure fare cose nuove, affrontare nuovi argomenti?
Il primo punto è definire un solo scopo specifico: non escludiamo che esistano dei “coltellini svizzeri” che sono in grado di svolgere più compiti insieme, ma è più efficace ed efficiente concentrarsi su un solo elemento per volta perché il tipo di lavoro cognitivo che fanno i discenti cambia a seconda del tipo di obiettivo, drasticamente nel caso di esercizio o nuovi argomenti e sensibilmente nel caso di esercizi di rinforzo o di recupero.
Il lavoro di esplorazione e scoperta può fare affidamento sulla sfida, la sorpresa, il senso di meraviglia (e dovrebbe affidarsi ad architetture dell’istruzione di tipo simulativo, collaborativo, esplorativo o metacognitivo), ma noi non ce ne siamo occupati, perché pensiamo che quella debba essere la parte del lavoro didattico in cui l’interazione umana in un contesto condiviso è essenziale. Certo, abbiamo sempre ragionato in termini di normalità e non di tempo di sospensione a causa di emergenze sanitarie, ma questo ci ha resi più preparati in un ambito e non nell’altro.

Prima di concludere (scriviamo queste righe tra una richiesta di assistenza e l’altra: non riusciamo a stendere documenti abbastanza lunghi), aggiungiamo una sollecitazione relativa ai discenti: sappiamo che i ragazzi in età scolastica raramente sono autonomi, hanno bisogno di essere eterodiretti, di un insegnante, e questo esclude in un progetto di e-learning destinato a quel tipo di utenza meccanismi fondati sull’autonomia (è il motivo per cui i software di auto-addestramento funzionano soprattutto in fasce di età più alte), ma soprattutto ci fornisce elementi relativi ai vantaggi e agli obiettivi che l’e-learning può offrirci.

(Ho scritto questo post il 16 marzo 2020 per la pagina di Maieutical Labs, qui ha senso riproporlo per non perderlo).

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Adri Allora

Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.