Ecco, te l’avevo detto, l’ho fatto. Mi dà fastidio buttare la roba senza averla sfruttata almeno un pochino, quindi nascondo sotto il tappeto di medium queste foto che ho fatto in occasione dell’ultima campagna elettorale per il ruolo di sindacǝ di Torino.
Secondo me sono immagini a loro modo stimolanti, ma i pensieri profondi te li lascio tutti: io mi limito alle cazzate.
Buona visione (io posso buttarle via dal mio cloud).
Tornando a casa dopo aver ritirato la nuova tessera elettorale, la guardo e penso che il voto è un’operazione a strati, in cui togli uno strato per volta. Anche se arrivare al cuore della tua decisione è a volte difficile e a volte straziante, il primo strato è davvero molto facile da levare: c’è qualcuno che è morto perché tu possa oggi chiederti chi votare (e le idee di egualitarismo e libertà sono ancora vive in varia misura in una certa parte politica) e c’è qualcuno che è morto cercando di impedirti di chiederti oggi chi votare (e le idee fasciste sono ancora vive in varia misura in una certa parte politica). Non vedo proprio perché votare qualcuno che continua a mettere nel proprio simbolo la tomba dello stronzo sormontata da una fiamma tricolore che dovrebbe simboleggiare quegli ideali ardenti e mai sopiti.