Guerre linguistiche!

Adri Allora
4 min readFeb 7, 2022

Si potrebbe riassumere tutto in una frase minima: c’è un uomo.

Mi dicono che quest’uomo sia un docente universitario, ma di quelli seri, che tipo è anche capace di commentare i refusi di Repubblica sulla sua pagina Facebook.

Uno serio. E con tanto tempo libero.

Questo signore, che avendo studiato si ricorda i bei tempi andati e la sana impostazione del dizionario della Crusca del 1612, ma che è un uomo moderno e sa anche che siamo in tempi di democrazia, ha perciò pensato di fare una petizione per… boh, rendere illegale (?) un segno grafico che hanno inventato i linguisti suoi colleghi.

Siamo solo all’inizio. Risvolti legali. Siamo anche su Radio Capital. Dàgli a quegli stronzi dei fonetisti!

Visto che anche ‘sta cosa, come tutto il resto in questo ultimi anni, si sta polarizzando (a me viene sempre in mente il jingle “poo-po-po-po-polaretti!”), una iniziativa di genere non poteva che essere coronata da un coro di opinioni equivalenti:

ANCHE gli intellettuali di sinistra… sarà che son tutti maschi bianchi cishet? (Ma poi davvero Barbero ha preso posizione contro il segno schwa? Mi pare strano… sarà mica il caro vecchio non-giornalismo di destra, aduso a mentire?)
L’asterisco esisteva già prima, esattamente con quella funzione sostitutiva, ma forse… boh, sarà sfuggito.

A me che non sono una persona seria, devo dirlo, questi squadristi della lingua fan sempre ridere. Mi ricordano quel giornalista della prima metà del secolo scorso, massì che lo conosci anche tu, quello che ha fatto carriera. Ecco, questi squadristi me li immagino proprio come Lui, visto che ragionano nello stesso modo.

A sinistra il giornalista in abito di carnevale preoccupato per il destino della lingua, prima insidiata dal morbus anglicus della perfida Albione, oggi pervertita da quel segno effemminato. A destra mentre vede un testo con un qualche segno che non incontra il suo habitus linguistico. Quanta maschia virilità si erge a difesa del nostro avito idioma!

Perchè, diciamocelo, questa gente, questi sedicenti linguisti hanno deciso di dimenticare la loro missione, hanno smesso di essere linguisti per farsi giustizieri.

Un linguista si limita a registrare l’uso della lingua, non dice cosa si può e cosa non si può dire.

Quando eravamo all’università, la distinzione tra approccio normativo e approccio descrittivo era un mantra, una di quelle opposizioni dicotomiche che ti poneva sulla lista dei buoni o dei cattivi linguisti.

Dichiarazione di guerra? Piuttosto, fagli presente che se si applica una regola, va applicata dappertutto, non solo in alcuni casi. Molto interessante la differenza di trattamento tra gli errori de La Repubblica, che evidentemente aggrediscono solo la sua lingua, e i segni grafici che invece aggrediscono i suoi privilegi di maschio bianco cishet: da una parte Giornalismo 3.0, dall’altra dichiarazione di guerra.

Quindi tienilo presente: una persona che si professa linguista e che lo è davvero dovrebbe dire: “questo è un uso, è conforme/non è conforme alla tradizione linguistica e grammatologica italiana, è usato in questi contesti d’uso e da queste persone. Vediamo se sopravviverà”. Non: io sono militante e ti dico che non si fa così. Quello lo fanno appunto i militanti, non i linguisti.

Aggiungo altre due considerazioni, perché questa gente ha poi più tempo di me per rispondere:

  1. non è la cattedra che ti fa linguista, non sono i trenta e lode agli esami, non sono i libri che hai letto né quelli che hai scritto. La cattedra e i trenta in qualche caso ne sono la conferma e i libri forniscono degli strumenti, ma ciò che fa di te un linguista è il tuo atteggiamento di fronte alla lingua, la tua volontà di conoscerla e analizzarla, cioè le cose che smetti di fare nel momento in cui dici come dev’essere.
  2. la lingua non si norma, quelli che propongono l’uso dello schwa hanno fatto una proposta proprio come quello che per la prima volta ha chiamato così il kebabbaro. Ma, soprattutto, nel meraviglioso processo di mutamento della lingua, l’opinione di un ordinario e quella di un ragazzino che ha finito a fatica le scuole dell’obbligo valgono lo stesso, mi dispiace, quindi chiunque ha il diritto di proporre qualsiasi tipo di innovazione linguistica e di usare qualsiasi forma linguistica. E non sei tu che glielo negherai, ma l’utilità, l’efficacia, l’economia linguistica.

PS: a differenza del mio solito ho evitato di usare lo schwa e mi sono incaponito sul maschile sovraesteso perché desidero che proprio tutti e tutte possano comprendere almeno le parole scritte più grosse. Ma poi torno al mio esperimento di linguaggio inclusivo! ^___^

PPS: Giantizio mi ha detto che sono stato troppo aggressivo e sarcastico (come mi diceva sempre la mia prof di inglese al liceo: vergognati). Meenchia, ma fattela una risata, Giantizio!

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Adri Allora

Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.