La debolezza dei più forti
e la violenza dei più deboli
Ho sempre trovato affascinanti le apparenti contraddizioni tipo “gli ultimi saranno i primi” e ogni tanto ci ripenso. Per esempio, qualche sera fa ero a cena con amici ed è successa una cosa che mi ha fatto ripensare proprio a queste apparenti contraddizioni.
Visto che dall’ultima riunione di amicɛ di vecchia data c’è stato di mezzo un coming out come persona non binaria, mi sono trovatǝ a spiegare a un mio coetaneo la differenza tra orientamento sessuale e identità di genere. È una di quelle persone che ha modi di fare da “uomo di mondo”, progressista e alla mano, quindi mi ha sorpresǝ scoprirmi in quella situazione anche perché si tratta di una distinzione che si trova facilmente online e che mi pare piuttosto presente in questa parte di mondo (nella misura in cui i concetti di persona trans vs. persona cis e di omosessualità vs. eterosessualità fanno ormai parte dell’orizzonte epistemico delle persone adulte che vivono nelle grandi città europee). Però magari mi sbaglio, anzi, mi sbaglio evidentemente perché la persona in questione viveva benissimo pur ignorando la distinzione.
Ma la cosa che mi ha sconvolta è stato il suo conseguente ricondurre tutto a “ti piace la fregna o no?”. Questa persona non si è neppure resa conto della violenza della sua domanda, né dell’omofobia di cui era rivelatrice.
Ero così sconvolta che ho anche risposto, invece di reagire in tre mosse:
- non sono cazzi tuoi;
- sei omofobo e volgare, vergognati della tua ristrettezza mentale e della tua mancanza di sensibilità come essere umano;
- non dirmi che stavi solo scherzando, perché è la linea di difesa dei fascisti quando vengono colti a fare cose fasciste.
Da un lato, ho pensato con gran pena a quale mondo triste vive questa persona che ha la necessità di far rientrare nel proprio schematismo binario ciò che se ne allontana (la mia ipotesi è che se ne senta minacciata).
Dall’altro ho pensato che questa persona, anche se non vota a destra (so che non vota a destra), sta evidentemente in un qualche punto di quella parte dello spettro a sinistra in cui si trovano sia quelli che “facciano quel che vogliono, ma lo facciano a casa loro/non davanti ai bambini”, sia quelli che “eh, ma il decoro”, sia quelli che “facciano quel che vogliono, ma non con me” (come se). Quelli insomma che dall’interno del PCI hanno ostracizzato gli omosessuali. Quelli che dall’interno del PD rafforzano il tetto di cristallo per le donne (perché io un omofobo che non sia anche maschilista non l’ho mai incontrato). Quelli che “sei hai il cazzo per me sei un uomo” (il problema è quel “per me”) e quelli che “se hai il pene per la scienza sei un uomo” (mentre per la scienza a definirti uomo sono, oltre agli organi genitali, i cromosomi, gli ormoni e alcune differenze a livello di corteccia cerebrale e, hey, ognuna di queste cose può presentare più di due stati!).
Insomma, gente a sinistra a un passo di distanza dalla destra, che mi pare una bella apparente contraddizione. Perché alla fine, anche il set memico patriarcale è intersezionale, come il femminismo. E questa è l’ultima apparente contraddizione per oggi.
Io, per me, sto ancora cercando di capirla, questa situazione, di decidere se — come ho fatto per facebook — devo ripulire la lista dei miei contatti nel mondo reale oppure starci dentro e, quando riesco, difendere il fortino.