Per invogliare la lettura di questo post, ecco uno sguardo nella galleria Piegai (Tortona). Ma io di Daniela Piegai vi consiglio anche la lettura dei libri! Scrive(va) interessante fantascienza!

Post uno e trino!

In cui si parla di destinatariǝ, di cheating, di meet e di esercizi.

A chi parli?

Sul settimanale La Nuova Periferia mi hanno proposto di scrivere un pezzo sulla DAD. Io che sono abituato a confrontarmi con i massimi sistemi (i quali, a loro discolpa, comunque di solito non mi rispondono), mi sono domandato tantissimo che cosa potessi scrivere sulla DAD in un giornale locale. Voglio dire: qualsiasi cosa potessi scrivere avrebbe finito per essere applicata a quella o quell’altra realtà locale, ma quello che scrivo qui è sempre generale e si tratta di uno di quei casi in cui perché un’asserzione generale colpisca il particolare giusto serve una presa di coscienza individuale più che uno stronzo che ti addita pubblicamente dicendoti che dovresti lavorare in un altro modo.

  • spazi individuali
  • famiglia e scuola che collaborano.
Beh, quando te la mettono su così è difficile non montarsi la testa…

Lavorare di meno

Periodicamente, ed è successo proprio la scorsa settimana l’ultima volta, ci arrivano messaggi in assistenza del tipo:

  • chiede di tradurre specifici pezzi in un certo ordine: come minimo devi capire che cosa ti sta chiedendo di tradurre (e non è scontato, se stai davvero cercando su Internet una traduzione che potresti fare in mezz’ora ragionando);
  • intercala domande di traduzione e domande di analisi grammaticale/sintattica che pesano più di quelle di traduzione (anche se sono inserite in una logica sequenziale che aiuta la traduzione).
Per dare l’idea.
Sono il signor Wolf e gioco al Fantacalcio.
  • “ragazzi, il codice per accedere alla mia classe è questo” (mi raccomando, sempre al maschile!);
  • “prof, non mi fa entrare!” (e quando a non entrare è l’insegnante? Ah, ma in quel caso il problema è un altro… ^___^);
  • “Ma dov’è finito il vostro compagno?”, “Non lo so, alla lezione di prima c’era”.

Solve?

Non mollare: il tema adesso diventa: i media che usiamo condizionano il nostro modo di usarli. Credici o no, ma in Maieutical Labs questo è uno degli obiettivi. Chiarisco il concetto.

non poniamo domande per sapere se sanno le risposte, ma per fargliele imparare.

Quindi invece di una domanda ne fai cinque, con le quali ti avvicini al punto.

MAIEUTICAL!

pensa attraverso il software.

È il software che lǝ utenti useranno per rispondere alle domande che porrai, quindi tu non puoi permetterti di pensare alla tua domanda senza tenerne conto. Ed è una stronzata grossa come un ipermercato pensare che una domanda con risposta a scelta multipla sia sempre una domanda con una risposta a scelta multipla indipendentemente dal supporto sul quale la fruisci, perché qualsiasi esperienza comunicativa si porta necessariamente dietro condizioni di fruizione, aspettative e cotesti (lode al linguista e semiologo Petöfi!) ignorare i quali comporta inefficacia o, nel migliore dei casi, inefficienza.

Perché tu non possa dire che chiudo male i post. Da Sephko.

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Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.

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Adri Allora

Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.