Una sola domanda
dovrebbe guidare la riflessione su didattica e AI
In Maieutical Labs stiamo ragionando sulle IA generative, ciò significa che io e il mio socio leggiamo un mucchio di roba sul tema, libri belli e libri brutti, libri illuminanti e libri difficili (tra i quali probabilmente “Vita 3.0” di Tegmark, per il quale provo qualcosa che tende alla venerazione) e ne discutiamo, anche con altre persone. E poi mi sta capitando di parlarne spesso con dei docenti: giusto qualche giorno fa ho fatto una lezione alla Fondazione Lincei per la Scuola e a un certo punto, dopo aver espresso tutto quel che dovevo sui progetti che le docenti mi avevano sottoposto, abbiamo iniziato a parlare di questo.
Quindi c’è qualcosa che bolle in pentola, anche mentre mi occupo di controllo di gestione oppure di assistenza utenti, di didattica o di sollecitare la risoluzione di bachi, e mi è successa una cosa insolita.
Di solito vado su Threads perché ho voglia di leggere cose di altre persone trans* (ma devo ammettere che ho scoperto il piacere di triggerare quelli che commentano in modo queerfobico e sessista i post della gente che seguo). Mi capita, quindi, di aprire l’app senza un’idea precisa di quel che leggerò o scriverò e di seguire lo stream. Di solito scrivo cose politiche, oggi però i pollici han fatto da soli:
Quando è stata inventata la macchina fotografica non abbiamo (come specie) smesso di dipingere e quando è stata inventata la scrittura non abbiamo smesso di usare la memoria e il cervello (anche se all’epoca c’era chi sosteneva che lo avremmo fatto).
Se si affacciasse al mondo una nuova forma di intelligenza generativa davvero in grado di risolvere i nostri problemi (matematici, linguistici, whatever). Cosa succederebbe davvero?
E a quel punto mi sono fermatə, perché alla lezione alla Fondazione dei Lincei a un certo punto mi hanno chiesto secondo me se le Intelligenze Artificiali riusciranno a “raggiungere il livello umano” e io, pur ammettendo che non sono un espertə (ci avevo riflettuto solo più di loro) ho risposto che le IA non manipolano simboli (al limite parametri, non so se consapevolmente o meno) e che questo a un certo punto potrebbe costituire una specie di soffitto di cristallo nell’emulazione almeno della creatività umana.
Ma la verità è che, come ribadisce Cristianini nel suo volume “La scorciatoia”, questo discorso sull’emulazione umana è fuorviante e non tanto importante.
Immaginiamo invece di avere davvero nei nostri smartphone degli operatori in grado di risolvere qualsiasi problema di geometria, di fare l’analisi o di riassumere qualsiasi testo, di scrivere qualsiasi report o lettera o ordine commerciale, di dipingere qualsiasi cosa come gliela si chiede, di tenere la contabilità, di interagire al telefono… meglio di quanto farebbe mai un essere umano.
Immaginiamo che esistano anche operatori in grado di dirci quali altri operatori (specialistici) scegliere di fronte a ogni qualsiasi situazione problematica.
Immaginiamo che esistano operatori in grado di progettare e sviluppare altri operatori, fatti non di solo software e che gli operatori dotati anche di hardware possano a propria volta ad imparare a emulare l’azione umana.
Immaginiamo anche che l’emergere di una qualche forma di volontà automatica non sia una singolarità necessaria e non si svolga mai, che gli operatori intelligenti rimangano sempre al livello di dispositivi ubbidienti e che vengano sviluppati abbastanza bene da non causare effetti indesiderati per errore.
Non mi chiedo più come cambierebbe il mondo (credo che sia uno degli esperimenti mentali che fa Tegmark nel suo volume, anche se, come la lettura di “L’alba di tutto” di David Wengrow e David Graeber mi ha dimostrato, anche le menti umane più straordinarie possono essere meno fantasiose di quel che crediamo).
Mi domando piuttosto: cosa si dovrebbe insegnare nelle scuole, per preparare le future informate di cittadin*?
Questa è l’unica domanda intelligente (che guarda un futuro abbastanza remoto, siamo d’accordo) che può porsi un o una o unə insegnante intelligente riguardo il proprio ruolo e l’intelligenza artificiale.
E che deve porsi chi deve legiferare in proposito.