…La risposta della macchina

alla domanda sulla Scuola, l’educazione e tutto quanto.

Adri Allora
4 min readJan 29, 2024

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Recap

Prima del post sulla gamification e prima di quello sull’incontro organizzato da Fondazione Cariplo sull’innovazione didattica (in cui in effetti di innovazione didattica si è parlato relativamente poco, anche se si è parlato tanto di IA), ho scritto un post che si chiudeva con una domanda, che continuo a ritenere l’unica domanda possibile quando si parla di IA e didattica. La domanda era:

Che cosa dobbiamo insegnare all* futut* cittadin* pensando che una concreta possibilità sia quella in cui le macchine sono in grado di fare tutto il lavoro (mentale e fisico) al posto e meglio degli esseri umani?

Visto che sono alcuni giorni che questo processo gira in batch nel mio cervello e ciuccia un mucchio di energia, mi è venuta voglia di provare a formulare una risposta.

Ma prima (lo sai, no?, che funziona così: non ti dò mai tutto subito), una risposta che non ho dato io (e che non è quella, assai più qualificata, di Nancy Gleason, che mi ha consigliato Calogero Kalos Bonasia).

La risposta di ChatGPT4.0

Non potevo non porre la questione a chatGPT4.0, anche solo per mettere alla prova la mia affermazione secondo la quale “le IA non manipolano simboli ma parametri e questo a un certo punto potrebbe costituire una specie di soffitto di cristallo nell’emulazione almeno della creatività umana”.

La domanda che ho posto:

Immagina che lo scenario sia questo: ogni persona ha nel proprio smartphone degli operatori in grado di risolvere qualsiasi problema di geometria, di fare l’analisi o di riassumere qualsiasi testo, di scrivere qualsiasi report o lettera o ordine commerciale, di dipingere qualsiasi cosa come gliela si chiede, di tenere la contabilità, di interagire al telefono… meglio di quanto farebbe mai un essere umano.

Immaginiamo che esistano anche operatori in grado di dire quali altri operatori (specialistici) scegliere di fronte a ogni qualsiasi situazione problematica.

Immaginiamo che esistano operatori in grado di progettare e sviluppare altri operatori, fatti non di solo software e che gli operatori dotati anche di hardware possano a propria volta ad imparare a emulare l’azione umana.

Immaginiamo anche che l’emergere di una qualche forma di volontà automatica non sia una singolarità necessaria e non si svolga mai, che gli operatori intelligenti rimangano sempre al livello di dispositivi ubbidienti e che vengano sviluppati abbastanza bene da non causare effetti indesiderati. Quali sono le tre cose che sarebbe indispensabile insegnare?

La risposta che ha restituito chatGPT:

In uno scenario così avanzato, dove la tecnologia e gli operatori intelligenti sono in grado di svolgere un’ampia gamma di compiti, ecco le tre cose indispensabili da insegnare:

Pensiero Critico e Valutazione Etica: Con la presenza di operatori intelligenti capaci di prendere decisioni e fornire soluzioni, è fondamentale che gli individui siano in grado di esercitare un pensiero critico. Dovrebbero essere in grado di valutare le soluzioni proposte dagli operatori, considerandone l’etica, la fattibilità e le possibili implicazioni. L’abilità di pensare in modo indipendente, valutare le informazioni da diverse prospettive e fare scelte informate diventa cruciale.

Creatività e Innovazione Umana: Sebbene gli operatori intelligenti possano eseguire compiti e risolvere problemi, la creatività umana rimane unica e insostituibile. Insegnare come sfruttare la creatività e l’innovazione per generare nuove idee, progetti artistici, scientifici e tecnologici, e per trovare soluzioni che gli operatori non possono prevedere o creare. Questo include incoraggiare la curiosità, l’esplorazione e l’apprezzamento per le arti, la letteratura e le scienze umane.

Interazione Sociale e Responsabilità Morale: In un mondo dove la tecnologia può gestire molti aspetti della vita quotidiana, mantenere e sviluppare le competenze interpersonali diventa essenziale. Insegnare come interagire efficacemente con gli altri, comprendere le diverse culture e prospettive, e sviluppare un senso di responsabilità sociale e morale. Questo include anche la comprensione delle implicazioni etiche e sociali dell’uso della tecnologia avanzata.

Queste competenze si concentrano sul mantenimento e lo sviluppo di quelle qualità unicamente umane che non possono essere replicate o sostituite dalla tecnologia, indipendentemente dal suo livello di avanzamento.

Alla prova

ChatGPT ha barato: gli ho chiesto TRE cose e me ne ha proposte SEI, ma ok, vediamole.

  1. pensiero critico, ovvero quello che qualsiasi forma di insegnamento dovrebbe perseguire. Non mi è chiaro se si tratta di pensiero critico nell’ambito disciplinare di riferimento o in generale, né se è possibile conseguire un pensiero critico generale, ma ok;
  2. valutazione etica, questo mi piace molto perché mi fa pensare al famoso racconto della zampa di scimmia tanto caro a Norbert Wiener quando scriveva di intelligenze artificali: il software, addestrato dagli algoritmi a ripetere ad nauseam che non ha la possibilità di esprimere valutazioni etiche, si para le spalle;
  3. creatività, ah, ho fatto l’errore di non esplicitare che le IA nel mio scenario erano anche in possesso di una capacità creativa;
  4. innovazione umana, come conseguenza della creatività. Quindi: vedi punto 3;
  5. competeze socioemotive, cioè quello che altri sistemi scolastici già stanno trattando in modo esplicito. Quindi: vedi punto 1, anche se si tratta di una cosa diversa;
  6. responsabilità morale, vedi punto 2.

Ovviamente il prompt può esser raffinato includendo degli elementi che nessuna macchina potrebbe allo stato attuale potrebbe prefigurare con l’intenzione di renderli parte dell’equazione, ma io non lo farò perché lo stile di chatGPT è noioso (quindi, sì, ho confermato la mia affermazione: per ora le IA generative si schiantano contro quel soffitto di cristallo) e preferisco ragionare in maniera diversa.

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Adri Allora

Linguist, entrepreneur (co-founder of Maieutical Labs), curious. I’m here on Medium mostly to learn, even when I write something.